L’intervista del mese

15 Febbraio 2023
Gasperoni

Manuela Gasperoni è Responsabile degli Allestimenti scenici del Festival, dove lavora dal 2012.

Qual è stato il tuo primo contatto con il ROF? Come sei finita a lavorare a Pesaro?
La prima volta che ho lavorato a Pesaro è stato nel 1996, ero assistente alle scene del M.° Pier’Alli per lo spettacolo Matilde di Shabran al vecchio Palasport. L'esperienza per me fu molto interessante e formativa, poiché pur avendo avuto già l'occasione di lavorare in grandi teatri come la Scala, il Filarmonico di Verona, il Teatro Massimo di Palermo, era la prima volta che lavoravo ad un Festival. L'energia che si respirava, la passione che coinvolgeva tutti i reparti e la percezione precisa di far parte di un grande evento, erano le caratteristiche che più mi colpirono e che ancora oggi provocano in me la stessa sensazione.

Raccontaci il tuo percorso professionale: da architetto a responsabile degli allestimenti scenici e scenografa in importanti teatri italiani e stranieri....
La mia formazione parte lontana dal palcoscenico ... Mi sono laureata in Architettura a Firenze ed ancora prima di terminare gli studi, come tanti miei colleghi al tempo, lavoravo presso uno studio di progettazione che si occupava di edilizia, design ed impianti sportivi. Durante il percorso universitario, per un esame con il Professor Pettena su Strumenti e tecniche della comunicazione visiva, dovevo preparare una tesina su Pier'Alli, un regista, scenografo e costumista che utilizzava nei suoi spettacoli anche le proiezioni cinematografiche. Era il 1988, non esisteva Internet, e per trovare notizie sull'artista mi recai presso la sede del quotidiano La Nazione a Firenze per parlare con il giornalista che si occupava delle pagine dello spettacolo. Riuscii ad avere i contatti che mi portarono a conoscere personalmente Pier'Alli e ad intervistarlo attingendo dal suo personale archivio per il materiale di repertorio. Anche lui è architetto ed il suo approccio al progetto scenografico, estremamente evocativo ma al tempo stesso preciso e  tecnico, mi colpì in maniera particolare, tanto che mi resi disponibile come disegnatrice se avesse avuto necessità di un aiuto per la stesura del progetto di scena.  E lui mi contattò, qualche mese dopo, per realizzare i disegni tecnici esecutivi di un Trovatore che sarebbe andato in scena a Zurigo. La mia prima Opera! e non  avevo mai messo piede su un palcoscenico fino a quel momento... Pier'Alli si rivelò per me un grande maestro, tutto quello che so me lo ha trasmesso lui attraverso una collaborazione che è durata fino a qualche anno fa. Come sua assistente ho avuto l'opportunità di  lavorare nei teatri più importanti di Italia e all'estero, partecipando a produzioni che restano nella storia del teatro d'opera, come la Tetralogia wagneriana al Teatro Comunale di Bologna, Lucia di Lammermoor, Mefistofele, Beatrice di Tenda alla Scala, Simon Boccanegra a Venezia, Genova e Varsavia, l'inaugurazione del Teatro Reina Sofia a Valencia con Fidelio e tante altre produzioni. Negli anni poi ho lavorato con diversi registi e scenografi come Hugo De Ana, Nicola Rubertelli, Quirino Conti e altri, seguendoli nelle loro trasferte in giro per il mondo, avendo l'opportunità di conoscere i team tecnici di tutti i tipi e di tutte le nazionalità, formando ed arricchendo la mia professionalità relativa al palco. Il Teatro Comunale di Bologna per primo mi ha dato la possibilità di collaborare con la loro Direzione Allestimenti nel 2001. Negli anni questa possibilità mi è stata offerta nuovamente dal Rossini Opera Festival, dove ho iniziato nel 2012 come Assistente del Direttore tecnico fino a sostituirlo alla fine della sua carriera nel 2018”.

Negli anni hai dovuto far fronte a sfide produttive molto impegnative: tra le tante, il Festival 2020 al tempo del Covid. Cosa ricordi di quella estate?
“Il 2020 è stato un anno che nessuno potrà dimenticare... Noi con il ROF siamo tornati dalla trasferta in Oman due giorni prima che bloccassero tutti gli aeroporti, i primi di marzo... devo dire che nonostante le chiusure totali di tutti i luoghi di spettacolo, noi abbiamo continuato quasi da subito a ipotizzare il Festival, con varie opzioni possibili, ed io ho cercato di avere tutti i dati necessari se ci fossero state delle aperture consentite dal Ministero. Ricordo benissimo la telefonata ricevuta dal Direttore generale il 16 maggio (non dimenticherò mai questa data !) in cui mi chiedeva se a livello tecnico saremmo stati in grado di presentare degli spettacoli in quella stagione, ed io risposi che eravamo pronti. Avevo lavorato con i miei collaboratori affinché avessimo le condizioni per realizzare almeno due spettacoli completi di scene e costumi. In quella occasione la determinazione del nostro Sovrintendente mi colpì in maniera potente ed ammirai il suo coraggio nel decidere di andare avanti e affrontare il Festival 2020. E riuscimmo nel nostro intento: al Teatro Rossini con La cambiale di matrimonio, coprendo completamente la platea con una grande pedana per permettere all'orchestra di suonare con le distanze richieste ed ospitando il pubblico solo nei palchi, e  realizzando un Teatro all'aperto in Piazza del Popolo per Il viaggio a Reims ed i concerti. Fu un'estate magnifica! Superato lo sgomento iniziale e le difficoltà dovute alla situazione Covid,  lavorammo tutti al progetto con impegno instancabile, certi che il risultato sarebbe rimasto nella memoria del Festival... e per fortuna tutto ha giocato in nostro favore! non ha mai piovuto per tutto il periodo delle recite!”.

Spiegaci cosa comporterà dal punto di vista del lavoro di allestimento l'assenza del Teatro Rossini…
“Dopo aver descritto il periodo Covid, parlare di cosa comporterà l'assenza del Teatro Rossini sembra cosa da poco... ma in realtà non avere uno spazio così importante e strategico per il  Festival è un grosso problema che stiamo cercando di interpretare come una nuova sfida. Dal punto di vista degli allestimenti, dovremo far condividere il palco della Vitrifrigo Arena a tre spettacoli anziché a due, come di solito negli ultimi anni, e trasferiremo al Teatro Sperimentale Il viaggio a Reims e i concerti. Non sarà semplice, ma con la collaborazione dei team creativi presenti quest'anno stiamo cercando di mantenere il livello artistico che l'evento richiede, lavorando sulle soluzioni tecniche e sull'elaborazione di un programma di prove che la Direzione artistica sta adeguando alle nuove esigenze. Non nascondo che a volte mi chiedo come faremo a far quadrare il tutto, ma la professionalità dei miei collaboratori e la fiducia che dimostrano nel seguire le proposte che sto elaborando per risolvere le varie problematiche, mi ricorda che siamo una grande squadra e che anche questa volta riusciremo a trasformare un limite in una possibilità, affrontando il Festival 2023 con lo stesso entusiasmo di sempre!”.