L’intervista del mese

21 Settembre 2023
intervista

Federica Bassani è l'archivista musicale del Rossini Opera Festival.
Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell'ingresso al ROF?
Mi sono diplomata in violino e in teoria della musica al  Conservatorio di Musica G. Rossini di Pesaro e successivamente mi sono laureata in Lettere moderne presso l’Università Carlo Bo di Urbino sotto la guida del Professore Emilio Pozzi. Con altri giovani musicisti urbinati ho fondato l’associazione culturale Accademia Filarmonica Urbinate che aveva sede nella storica Cappella musicale del SS. Sacramento di Urbino. L’associazione, dove ho svolto attività didattica e concertistica cameristica e orchestrale, aveva come scopo quello di sensibilizzare il territorio locale alla cultura musicale. Contemporaneamente  ho continuato lo studio del violino, frequentando corsi di perfezionamento e ho collaborato con varie formazioni orchestrali. 
La musica sicuramente era diventata una parte importante della mia vita, ma non avevo ancora le idee chiare su quali sarebbero state le mie scelte future. Di una cosa ero certa: dai tempi del liceo, avevo dovuto conciliare le fatiche dello studio scolastico con quelle del Conservatorio e i viaggi verso Pesaro erano frequenti, spesso anche quattro alla settimana. Mi ero ripromessa che, terminati gli studi del Conservatorio, a Pesaro non sarei più andata. Ecco, mai fidarsi delle proprie certezze: non immaginavo che presto avrei intrapreso una nuova avventura che mi avrebbe portato a viaggiare verso Pesaro per ben 26 anni!

Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?
La mia prima esperienza lavorativa al ROF è stata nel 1998. Già da tempo conoscevo il Rossini Opera Festival, e diverse volte avevo avuto l’occasione di andare a vedere le opere rossiniane in programma nel cartellone estivo, rimanendo molto colpita dalla bellezza e dalla qualità degli spettacoli.  Ma, se penso al mio primo contatto con il Festival mi viene in mente la prima volta che entrai negli uffici centrali del ROF quando, su suggerimento di un’amica, decisi di andare a consegnare il mio curriculum; la sede principale del Festival era al terzo piano del  Palazzo Toschi Mosca.
Con mia sorpresa, dopo qualche mese, fui contattata dalla segreteria per verificare la possibilità di un incarico come archivista musicale. Allora il lavoro dell’archivista si svolgeva nei tre mesi estivi: fu così che nel giugno del 1998 iniziai a lavorare al Rossini Opera Festival. Ricordo ancora il primo compito che mi venne affidato: controllare che i codici degli spartiti consegnati corrispondessero a quelli indicati nelle lettere spedite agli artisti. La richiesta mi era sembrata piuttosto strana poiché era già tutto scritto, tuttavia svolsi il mio compito con impegno. Non mi ci volle molto per capire che quella richiesta aveva un senso, sono passati 26 festival e, come la prima volta, ogni anno arriva il momento in cui verifico che i codici degli spartiti consegnati corrispondano a quelli indicati nelle lettere spedite.

Sei l'archivista musicale del Festival. Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro?
Nel corso di questi anni le mansioni dell’ufficio dell’archivio musicale si sono ampliate come conseguenza dei cambiamenti avvenuti all’interno della programmazione del Festival. Il mio lavoro consiste principalmente nella gestione dei materiali musicali necessari per la realizzazione degli spettacoli.
Ogni professionista impegnato in una produzione (cantanti, direttori d’orchestra, maestri del coro, coristi, il registi, maestri collaboratori, orchestre) ha bisogno di un materiale musicale specifico e il mio ufficio ha il compito di fornirglielo. La preparazione dei materiali prevede un’assistenza musicale che va, per esempio, dalla semplice trascrizione dei segni d’arcata nel materiale d’orchestra a interventi più specifici, come trascrizioni, adattamenti, trasporti, inserimenti. I materiali vanno aggiornati, e tutti gli interessati devono essere informati.
Al termine del Festival c’è un lavoro d’archiviazione di tutta la produzione dell’edizione relativo ad alcuni aspetti esecutivi. Nel caso in cui uno spettacolo dovesse essere ripreso o coprodotto con un altro teatro, sarà così possibile recuperare tutte le informazioni necessarie. Tra i compiti dell’ufficio rientra anche la gestione dei materiali audio e video d’archivio degli spettacoli, la compilazione dei borderò, i contatti con Casa Ricordi o altre case editrici per il noleggio dei materiali.
Dal 2010 faccio parte dello staff di Crescendo per Rossini, progetto didattico rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, finalizzato all’approfondimento del melodramma e alla conoscenza del compositore pesarese. Negli ultimi anni, l’offerta formativa è stata ampliata con un progetto rivolto all’Università di Urbino, alla Casa Circondariale di Pesaro e con l’attivazione di un corso di formazione rivolto ai docenti. 

Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?
Difficile citarne uno. I ricordi sono tanti e ogni anno se ne aggiungono di nuovi. C’è, però, un momento particolarmente emozionante che si ripete: la prova generale degli spettacoli/opere. Il lavoro finalmente si concretizza e le difficoltà incontrate si dimenticano. Comprendo l’importanza del lavoro di squadra e mi sento fiera di farne parte.