L’intervista del mese
Conosciamo Claudia Rondolini, coordinatrice del progetto Crescendo per Rossini.
- Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell’ingresso al ROF?
Ho conseguito il diploma di maturità classica al Liceo Mamiani di Pesaro e successivamente mi sono laureata in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Urbino, approfondendo, in particolare, l’approccio filologico ai testi greci e latini. Lo studio del mondo antico costituisce una parte fondamentale della mia formazione, che mi ha permesso di intraprendere la professione di docente e di avvicinarmi alla mia più grande passione: il teatro. Proprio quando frequentavo il liceo classico, ebbi l’occasione di assistere allo spettacolo “Edipo re-Edipo a Colono”, recitato e diretto da Glauco Mauri. Ricordo ancora l’emozione che provai, l’intensità dell’interpretazione rendeva vive le parole di Sofocle. Da quel momento il teatro, in tutte le sue espressioni e forme, rappresenta un punto fermo nella mia vita. Grazie a questa passione sono nate nuove occasioni di crescita culturale e professionale: per diversi anni ho collaborato con AMAT e con l’Associazione Amici della Prosa a iniziative per avvicinare gli studenti al mondo teatrale. Il mio percorso di insegnamento è stato contrassegnato dalla precarietà, non nascondo, quindi, di avere provato momenti di sconforto, superati grazie alla curiosità e all’amore per le lingue classiche, a cui devo rigore, capacità di ascolto, attenzione: tradurre un testo antico implica rispetto e cura verso ogni parola dell’autore, è necessario, infatti, soppesarne e individuarne l’esatta accezione, per non “tradirne” l’intenzione comunicativa.
- Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?
La mia prima esperienza al ROF risale al 2000, quando, su consiglio di un’amica, partecipai a una selezione per il ruolo di assistente alle Pubbliche Relazioni. Dopo qualche giorno mi richiamarono, fu una grande emozione per me, perché conoscevo già il Festival come spettatrice e grazie a un precedente incarico come maschera di sala. Il lavoro alle Pubbliche Relazioni, sotto la direzione di Welleda Donovan, si è rivelato molto utile e prezioso anche in altre situazioni professionali, ho imparato tanto: sapersi rapportare con il pubblico, attenersi a una forma adeguata al contesto culturale in cui si opera, mantenere discrezione e avere rispetto per il lavoro di tutti. Questo ruolo mi ha permesso di conoscere meglio e dall’interno il meccanismo perfetto del ROF e di avvicinarmi con stupore e meraviglia alla bellezza del teatro lirico. Una volta terminato il turno, mi fermavo per assistere allo spettacolo, rimanendo affascinata dalla direzione d’orchestra e dalle performance dei cantanti, provando curiosità per gli allestimenti scenici e le scelte di regia. Conclusa questa esperienza nel 2005, ho continuato a frequentare il ROF come spettatrice, allora non potevo immaginare che, quanto avevo vissuto e appreso, mi avrebbe consentito, successivamente, di unire due ambiti del mio profilo professionale. Durante una supplenza al liceo classico di Pesaro, su suggerimento della madre di una mia alunna, progettai un percorso di avvicinamento alla lirica per gli studenti della mia classe. Era naturale ritornare al ROF e chiedere la collaborazione delle persone che tanto mi avevano insegnato: l’allora Sovrintendente Gianfranco Mariotti e il Direttore Artistico Alberto Zedda accolsero con entusiasmo l’invito a incontrare gli studenti per svelare loro i segreti del melodramma. Era il primo germe di Crescendo per Rossini, con altro titolo e struttura, ma l’interesse suscitato dall’iniziativa mi fece capire che si sarebbe potuta avviare anche per la lirica un’esperienza simile a quelle già intraprese per il teatro di prosa.
- Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro al ROF?
Grazie alla collaborazione di Federica Bassani e di tutto il ROF nacque Crescendo per Rossini, un progetto rivolto a tutti gli ordini di scuola fino a coinvolgere gli studenti universitari e i docenti, attraverso un corso di formazione. Come testimonia il titolo, si tratta di un’iniziativa aperta all’innovazione e all’inclusione: infatti negli ultimi anni il progetto si è esteso anche ad altre realtà sociali del nostro territorio. Dal 2010 Crescendo per Rossini è parte integrante delle attività didattiche del Rossini Opera Festival, offrendo un’occasione unica a studenti e docenti di avvicinarsi al mondo dell’opera e alla conoscenza del compositore pesarese. Da allora svolgo attività di coordinamento nell’ambito del progetto. Il mio compito è piuttosto articolato e prevede, per esempio, la gestione dei contatti con le autorità e le scuole, la supervisione del lavoro dello staff, la docenza vera e propria, l’organizzazione della partecipazione delle scuole all’antegenerale dell’opera nel mese di agosto, vero obiettivo di tutta l’équipe di Crescendo. Il nostro, infatti, è un lavoro di squadra e ognuno di noi vive questa esperienza con impegno, dedizione ed entusiasmo.
- Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?
Difficile dire quale sia il ricordo più caro della mia esperienza al ROF, perché ne ho tanti nel cuore, alcuni legati al primo periodo del mio lavoro alle Pubbliche Relazioni, altri propri del mio sguardo di spettatrice appassionata, moltissimi attinenti a Crescendo per Rossini: gli incontri e i laboratori con gli studenti, il rapporto con i docenti, le relazioni di lavoro nell’ambito del Festival. Se proprio dovessi sceglierne uno, direi quello più recente, in occasione dell’apertura alle scuole dell’antegenerale del Barbiere di Siviglia: il teatro pieno di bambini e ragazzi entusiasti, i loro volti stupiti, ma soprattutto il loro applauso finale, interminabile, ai cantanti, al direttore d’orchestra e al regista, Pier Luigi Pizzi, re della scena, salito sul palcoscenico a salutarli, che dire, un “crescendo” di emozioni!
Pubblicata il : 23 settembre 2024