L’intervista del mese

24 Giugno 2023
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Adamo Lorenzetti è responsabile dell’Associazione Amici del Rossini Opera Festival, dopo aver lavorato all’Ufficio P.R. della manifestazione.

Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?

La mia prima esperienza al ROF è stata nel 1984 quando a 18 anni mi regalarono un biglietto per vedere una recita del Viaggio a Reims e rimasi letteralmente folgorato anche se purtroppo non avevo gli strumenti per capire la portata storica di quello a cui stavo assistendo. Da quel giorno andai quasi tutti gli anni e nell’87 e 88 lavorai come comparsa nell’Ermione e nell’Otello, a quel punto il seme era stato gettato e decisi che il mio futuro sarebbe stato nel teatro d’opera quindi presi un diploma in teoria e solfeggio studiando privatamente, la mia intenzione era quella di diventare assistente alla regia cosa che ovviamente richiedeva la capacità di poter leggere uno spartito. Tutto ciò non avvenne subito poiché per motivi personali nel 94 mi trasferii a Roma, città che poteva offrimi molte possibilità in più.

Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell'ingresso al ROF?

A Roma quasi subito trovai lavoro nelle redazioni di Maria De Filippi e Maurizio Costanzo dove rimasi per cinque anni e fu proprio al Costanzo Show che una sera conobbi Leo Nucci artista e persona straordinaria con cui feci lunghe chiacchierate e mi spinse a perseguire questa mia passione. Iniziai a studiare assiduamente leggendo saggi, esaminando spartiti e ovviamente andando a teatro ogni volta che potevo anche se il mio lavoro successivo per cinque anni fu quello di  Ufficio Stampa e assistente personale di Francesca Neri e Claudio Amendola. La TV e il cinema anche se avulsi dalla mia principale passione mi permisero di imparare moltissimo sul funzionamento di altre forme di arte e di spettacolo. Nel 2000 conobbi Marco Carniti regista di teatro e di opera a cui cominciai a fare da assistente e finalmente potei entrare di diritto dietro le quinte di questo mondo che da sempre mi affascinava più di ogni altra cosa e per anni alternai il lavoro di assistente a quello di PR per spettacoli di teatro. Nel 2012 per motivi personali dovetti rimanere a Pesaro un’intera estate e decisi di fare domanda al ROF nell’ufficio Pubbliche Relazioni e capii subito che questa poteva essere la mia occasione di unire il mio amore per la musica con il know-how che mi ero costruito in altri campi. Tornai ogni estate finché nel 2017 subentrai come Responsabile dell’ufficio PR a Welleda Donovan che nel frattempo era andata in pensione.

Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro? E che differenze trovi con la tua precedente attività al ROF?

Il lavoro delle PR è molto complesso e comprende l’organizzazione capillare delle tre prove generali che da anni ormai sono aperte a un pubblico di settore, collaboratori ROF e esterni, sponsor, lavoratori dello spettacolo. Ma particolarmente delicata è la messa in pianta delle tre Prime a cui vengono invitati Sovrintendenti e Direttori artistici dei teatri internazionali, autorità locali, politiche e militari cosa che richiede anche una conoscenza del protocollo per quanto riguarda la gerarchia dei posti a sedere. Infine l’organizzazione delle tre serate di Gala che seguono le tre Prime. Dal 2022 poi passai ad occuparmi degli Amici del ROF, un’associazione creata nel 1997 per consentire agli appassionati di tutto il mondo di sostenere economicamente il Festival in cambio di benefici come la prelazione sull’acquisto dei biglietti e l’invito ad eventi creati a posta per loro. Questo lavoro lo trovo estremamente galvanizzante perché ho a che fare con appassionati della prima ora che con dedizione indefessa hanno sostenuto e continuano a sostenere il nostro Festival permettendoci di mantenere sempre alto il livello musicale a cui abbiamo sempre abituato i nostri spettatori.

Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?

Se devo parlare di un ricordo del ROF che mi ha particolarmente segnato sicuramente debbo tornare all’87 e a quell’Ermione che diventerà poi una delle mie opere preferite in assoluto, in scena ero vestito da soldato e accanto a me cantava quel mito assoluto che è stata Montserrat Caballé, mai dimenticherò quel timbro baciato da Dio che come un mistero insondabile mi carezzava l’anima procurandomi un godimento intellettuale che mi segnerà per sempre. Non posso che ringraziare il ROF per avermi dato la possibilità di esaudire il mio sogno entrando a far parte della sua grande famiglia di cui spero poter far parte ancora per molto tempo.