L’intervista del mese

29 Agosto 2023
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Il protagonista è Lorenzo Martinelli, Responsabile degli Allestimenti scenici.
Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell'ingresso al ROF?
Io in pratica non ho esperienze professionali antecedenti il ROF, nel senso che la mia avventura in teatro è cominciata lo stesso anno che ho cominciato il ROF, nell' ormai lontano, 2000. Nel 1999 ho frequentato un corso di formazione teatrale, nel Comune di Novafeltria, alla fine del corso era previsto uno stage e... il mio stage l'ho fatto al Piccolo Teatro di Milano partecipando alla messa in scena e poi allo spettacolo Il sogno di Strindberg con la regia di Luca Ronconi.

Qual è stato quindi il tuo primo contatto con il Festival?
Poco dopo lo stage sono stato contattato dall'allora direttore tecnico del Festival, Mauro Brecciaroli, per partecipare al ROF, così ho ritrovato il Maestro Ronconi che in quell'anno rimetteva in scena La Cenerentola, una delle opere secondo me più belle del repertorio rossiniano, all'epoca lavorai anche nell'Assedio di Corinto del Maestro Castri, e da li è cominciata la mia avventura a Pesaro, che fino ad ora non si è mai interrotta.
È stato questo il mio primo contatto con il festival, in un edizione che ha visto nascere Juan Diego Florez come stella nel panorama mondiale della lirica, in un atmosfera unica, dove il Festival veniva interamente vissuto nel cuore della città.
Da quel lontano 2000 sono passati ormai svariati annetti e nel frattempo affinando le mie esperienze e continuando a lavorare sodo sono diventato capomacchinista del Festival, ruolo di estrema responsabilità e prestigio.

Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?
Sono passati ormai, o solamente, dipende dai punti di vista, 24 anni dal mio primo Festival e vi assicuro che l'emozione la sera della prima è sempre la stessa, quando l'orchestra accorda prima dell'ingresso del maestro in sala è una sensazione unica, indescrivibile, alla fine della sinfonia quando il sipario sale e apre la vista del palcoscenico al pubblico che applaude il cuore per un istante si ferma a contemplare tali sensazioni.
È superfluo dire che in tutti questi anni i ricordi che abitano la mia mente sono tantissimi, a partire dalle tante avventure vissute con i colleghi, agli aneddoti legati ai vari registi e maestri che hanno fatto la storia del ROF, come il Maestro Pizzi, il Maestro Ronconi, il Maestro Vick, il Maestro Martone, ecc. ecc. non esiste credo un ricordo più bello di un 'altro, mi viene in mente la grande avventura del 2001 con Villa Caprile... oppure il 2006 primo anno dell'arena con i due teatri montati specularmente... oppure il Mosè in Egitto del 2011 del Maestro Vick, ma anche il Viaggio a Reims dell'Accademia Rossiniana in Piazza del Popolo in un anno terribile contrassegnato dal Covid.... tutti ricordi indelebili che il tempo non potrà mai cancellare.
Il mestiere del macchinista è un lavoro unico, fatto di impegno, fatica , passione , lontananza dagli affetti cari e anche solitudine... ma che ti ricompensa con emozioni impossibili da reperire in nessuna altra parte del mondo che non sia un palcoscenico... la nostra unica, vera casa.