Torvaldo e Dorliska

Soggetto

Torvaldo e Dorliska, dramma semiserio in due atti su libretto di Cesare Sterbini, fu messa in scena per la prima volta al Teatro Valle di Roma il 26 dicembre 1815. Primi esecutori furono Filippo Galli (Duca d’Ordow), Adelaide Sala (Dorliska), Domenico Donzelli (Torvaldo), Raniero Remorini (Giorgio), Agnese Loiselet (Carlotta), Cristoforo Bastianelli (Ormondo).

L’autografo, proveniente dai fondi del Conservatorio, è custodito presso la Bibliothèque Nationale di Parigi.

Atto primo

In una non meglio specificata regione dell’Europa del Nord, Giorgio, custode del castello di Ordow, insieme ad altri servitori attende il ritorno del Duca suo padrone, uomo tetro e collerico, da una misteriosa sortita notturna. Mentre Giorgio e il coro si allontanano, entra in scena il Duca scuro in volto: egli si lamenta del fatto che, nonostante abbia lottato intensamente e ucciso il suo rivale in amore, non è riuscito a catturare la preda per la quale si è impegnato in un’azione tanto cruenta. Dopo un brevissimo scambio di battute con Giorgio, arriva il coro di armati guidato da Ormondo, ai quali il Duca ordina di riprendere immediatamente le ricerche. Dopo che tutti i personaggi hanno abbandonato la scena compare Dorliska che, sconvolta dall’accaduto e stanca per il lungo peregrinare notturno, bussa alle porte del castello invocando il nome del suo sposo Torvaldo. Dopo qualche insistenza le porte vengono aperte da Carlotta, sorella di Giorgio, che fa entrare Dorliska. Sopraggiunge Giorgio che ha finalmente scoperto il motivo della sortita notturna del Duca: un’imboscata che ha causato morti e feriti. Egli, fortemente critico con il suo padrone, già medita di denunciarlo alle autorità quando vede apparire Carlotta che sostiene l’esausta Dorliska. La giovane racconta di essere polacca e spiega che il giorno prima, dopo le sue nozze con Torvaldo, era stata assalita da un uomo già suo pretendente e tante volte respinto. Giorgio capisce immediatamente che si tratta del suo padrone e rivela a Dorliska che il posto in cui si trova è proprio il suo castello. La giovane vuole fuggire ma in quel preciso momento sopraggiunge il Duca che, fuori di sé dalla gioia, in un drammatico scontro rivela di essere l’uccisore di Torvaldo e affida la fanciulla alle cure di Giorgio e Carlotta. Giunge intanto alle porte del castello Torvaldo che, scampato all’assalto del Duca, ha saputo che la sua sposa si trova al castello di Ordow ed ha in mente di liberarla con uno stratagemma. Si traveste infatti da pastore e bussa al castello presentandosi a Giorgio, dapprima come latore di una lettera che Torvaldo morente avrebbe scritto a Dorliska, poi però, riconoscendo l’onestà di Giorgio, gli rivela la sua identità e il suo piano. Intanto in scena irrompe il Duca che chiede a quest’ultimo spiegazioni sulla presenza dell’intruso. Questi mostra allora la lettera nella quale c’è scritto che lo stesso Torvaldo morente avrebbe intimato a Dorliska di sposare il Duca che, rasserenato dall’inaspettato colpo di scena, decide che sarà lo stesso pastore a consegnare la lettera a Dorliska. Mentre i tre entrano nel castello arriva Ormondo, preoccupato per la situazione e per le sorti del padrone. Intanto all’interno del castello Carlotta cerca di rincuorare Dorliska in preda ad una profonda disperazione. Entrano in scena anche il Duca, Torvaldo e Giorgio che compatiscono la fanciulla, ognuno per proprie ragioni. Intanto il Duca si accosta, s’avvicina anche Giorgio che porge la lettera a Dorliska che la legge e sviene. Tuttavia quando è finalmente Torvaldo a parlare, Dorliska, riconosciuta la voce dello sposo, rinviene e si lascia sfuggire una esclamazione di gioia. Il Duca capisce immediatamente la situazione e chiama Ormondo e il coro intimando l’arresto di Torvaldo.

Atto secondo

Nel sotterraneo del castello Giorgio si è accordato con i servi per consegnare il Duca alla giustizia. Sopraggiunge Torvaldo che è imprigionato proprio nei sotterranei e viene messo a parte del piano di Giorgio. Egli lo scongiura di proteggere Dorliska. In un appartamento del castello il Duca medita sulla sua situazione e decide di affrontare direttamente la sua amata. Questa viene condotta al suo cospetto da Giorgio e viene violentemente apostrofata dal Duca reagendo però con pari veemenza alle minacce del tiranno. I due escono e la scena è occupata da Dorliska e Carlotta che tentano di convincere Giorgio a contravvenire agli ordini del suo padrone, il quale ha imposto che nessuno si avvicini alla cella di Torvaldo: fattasi consegnare le chiavi da Giorgio, Carlotta si appresta a condurre Dorliska dal suo sposo. Torna però il Duca che nel frattempo ha deciso di far uccidere Torvaldo e pretende le chiavi della sua cella da Giorgio: questi è costretto a confessare di non averle più. Il Duca si infuria e si avvia verso le prigioni trascinando Giorgio con sé. Nel sotterraneo intanto Torvaldo cerca di tranquillizzare Dorliska sul felice esito della vicenda. Carlotta però si avvede dell’arrivo del Duca che, furente, minaccia di morte tutti quanti ma si ferma non appena ode il suono di una campana a martello. L’arrivo di Ormondo con le guardie del Duca svela il mistero: il popolo sollevato contro il Duca si dirige verso il castello per arrestarlo. Ordow tenta di scagliarsi contro gli insorti lasciando Ormondo a guardia dei prigionieri. Questi tuttavia decide di non seguire le indicazioni del padrone e si consegna a Giorgio mentre sulla scena appare il Duca disarmato, inseguito da Torvaldo e dai soldati. Egli è sconvolto, quasi perde il senno, accusa le sue vittime di aver tramato contro di lui ma viene arrestato e condotto via. Segue un tripudio generale per l’armonia ritrovata.