L’equivoco stravagante

Soggetto

L’equivoco stravagante, dramma giocoso in due atti su libretto di Gaetano Gasbarri, fu rappresentata per la prima volta al Teatro del Corso di Bologna il 26 ottobre 1811. Interpreti della prima rappresentazione furono Maria Marcolini (Ernestina), Tommaso Berti (Ermanno), Domenico Vaccani (Gamberotto), Paolo Rosich (Buralicchio), Angiola Chies (Rosalia), Giuseppe Spirito (Frontino).

In assenza del manoscritto autografo l’edizione critica è stata condotta attraverso la collazione delle fonti ottocentesche superstiti, utilizzando in particolare una copia conservata a Parigi.

Atto primo

L’azione si finge in un luogo e in un’epoca imprecisati, all’esterno e all’interno della casa di Gamberotto, un contadino arricchito, e di sua figlia Ernestina, che in linea con la nuova situazione famigliare passa il tempo a immedesimarsi nei più aulici personaggi letterari, di cui imita scioccamente linguaggio e atteggiamenti. Non sa ancora di essere amata da Ermanno, un giovane squattrinato che da tempo gira attorno alla sua casa sperando in un incontro, con l’aiuto di Frontino e Rosalia, gli scaltri camerieri di Gamberotto. Gli accordi fra i tre vengono interrotti da un chiassoso gruppo di villani che precedono il padrone di casa, in una delle sue solite manifestazioni di boria. Frontino ne approfitta per presentargli Ermanno come il nuovo precettore di Ernestina: Gamberotto lo accoglie di buon grado, non tanto per la sua scienza, quanto per il bell’aspetto che non mancherà di soddisfare la figlia.

Il primo passo per far incontrare i due giovani è dunque compiuto; bisogna ora togliere di mezzo Buralicchio, il promesso sposo di Ernestina, ricco quanto vanesio. Presentatosi come un irresistibile Don Giovanni, s’incontra col futuro suocero facendo a gara in cerimoniali e smancerie.

Nel frattempo Ernestina, annoiata nella biblioteca di casa, confessa ai suoi amici letterati di provare un incomprensibile vuoto dentro di sé: forse è dovuto alla mancanza d’amore; e quelli s’impegnano a cercare sui libri la soluzione più idonea per la sua ipocondria. L’ingresso inatteso di Ermanno e Buralicchio, introdotti a un tempo istesso da Gamberotto, solleva immediatamente lo spirito della ragazza, che si sente attratta da entrambi: riserverà il corpo al fidanzato, lo spirito al precettore. Ma Ermanno non sa trattenersi dall’approfittare dell’insperata vicinanza e bacia con ardore la mano della ragazza, mandando su tutte le furie il promesso sposo, a fatica tenuto a bada da Gamberotto.

L’azione subisce una breve sosta per dar luogo a un dialogo in cui i due servi s’intrattengono in commenti sulle reali possibilità di successo di Ermanno e sulla natura impertinente dell’amore.

Finalmente il giovane riesce a trovarsi a tu per tu con la ragazza che, ancora tutta immersa nelle sue fantasie letterarie, fatica non poco a comprendere i concreti sentimenti di lui, e ne rimane profondamente turbata.

Gamberotto riprende in mano la situazione, redarguendo tanto Buralicchio per la sua ingiustificata gelosia, quanto Ernestina per le scarse attenzioni riservate al fidanzato: il corteggiamento ufficiale avvenga dunque alla sua diretta presenza, cominciando per punizione dal piede, spingendosi poi progressivamente… più in alto. Colpito sul vivo, Ermanno tenta di bloccare gli eventi inscenando un suicidio, cui Ernestina reagisce con la massima apprensione; le conseguenti ire di Buralicchio e Gamberotto, che cacciano di casa il precettore, inducono tutti a tal chiasso da fare intervenire le forze dell’ordine.

Atto secondo

Al riaprirsi del sipario, Frontino commenta l’accaduto con i contadini della zona e rivela a Rosalia di essere pronto ad attuare un nuovo piano: uno stravagante equivoco per aiutare Ermanno. Tramite una finta lettera che fa destramente cadere nella mani di Buralicchio, il furbo servo fa credere al promesso sposo che Ernestina sia in verità Ernesto, un figlio che Gamberotto avrebbe fatto castrare in età adolescenziale per avviarlo alla fruttuosa carriera di cantante e che ora, arricchitosi altrimenti, terrebbe invece nascosto in abiti femminili per sottrarlo al servizio militare. Allibito, Buralicchio incontra a tu per tu Ernestina, finalmente disposta a compiacere il fidanzato, e rimane inorridito per i tratti realmente mascolini che gli pare adesso di scorgere nella ragazza. Deciso dunque a vendicare l’affronto subito, si reca dal comandante dell’esercito per denunciare il presunto disertore.

Frattanto, Ermanno lamenta con Gamberotto la villania con cui è stato cacciato di casa; questi lo rassicura però del fatto che, una volta concluse le nozze, potrà rientrare tranquillamente nel suo posto di precettore. Rimasto solo, a Ermanno non rimane che sfogare tutta la sua disperazione. Vedendolo fuggire, Ernestina ordina a Rosalia di ricondurlo al suo cospetto: il dialogo, dai toni funerei con cui prende le mosse, si fa vieppiù delicato e intimo, sorpreso nel bel mezzo da Gamberotto e Buralicchio, l’uno oltremodo sdegnato nei confronti della figlia, l’altro ormai disposto a lasciar correre, in attesa dell’imminente vendetta. I soldati dell’esercito non tardano infatti a giungere e arrestano Ernestina senza offrire spiegazioni.

Svuotatasi la scena, Frontino si rammarica con Rosalia perché il trucco da lui organizzato ha finito per danneggiare ulteriormente Ermanno ed Ernestina invece d’aiutarli, mentre Gamberotto si scaglia contro Buralicchio per l’indifferenza con cui ha accolto l’oltraggio diretto alla sua futura sposa.

Ed ecco Ernestina, rinchiusa in prigione, addolorata per l’assenza dei suoi libri e per non poter ancora conoscere il motivo dell’arresto. La raggiunge Ermanno, recando una uniforme militare, che servirà a far fuggire la ragazza sotto false spoglie. La ritroviamo infatti poco dopo, finalmente libera, confusa fra un manipolo di soldati, che nella sua rinnovata esuberanza ella non manca d’incitare a gloriose imprese.

L’epilogo si consuma nuovamente in casa di Gamberotto, dove Frontino rampogna Buralicchio per aver fatto la spia, e gli consiglia di fuggire al più presto, onde non incappare nell’ira di Gamberotto che lo sta ricercando. Anche Ernestina fa ritorno, insieme col suo liberatore, prontamente deriso da Buralicchio perché all’oscuro della realtà sulla donna. L’ingresso minaccioso del padrone di casa, sostenuto da contadini armati di bastone, induce l’accusato a vuotare il sacco: altro che colpevole! è lui stesso la vera vittima, e sarebbe certo cascato nell’imbroglio del figlio castrato se Frontino non lo avesse avvertito in tempo. Ilarità e costernazione si mescolano; Frontino si difende, spiegando di aver agito con intenzioni benevole ed anche Ermanno viene finalmente allo scoperto, dichiarando a Gamberotto il proprio amore per Ernestina. Tanta intraprendenza viene perdonata, Buralicchio si rassegna a cercare un’altra moglie e tutti tornano a vivere felici e contenti.