
L’intervista del mese
Conosciamo Michele Loguercio, Capo squadra Costruzioni del Rossini Opera Festival.
Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell’ingresso al ROF?
Prima di approdare al ROF avevo già oltre 10 anni di esperienza in vari laboratori di scenografia gestiti da privati, oltre ad essere titolare di una piccola ditta di scenografia che ho aperto dopo gli studi all’Accademia di Belle arti di Bologna.
Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?
Durante un lavoro presso un laboratorio privato conobbi dei veterani del Festival che mi incentivarono a presentare il mio curriculum all’allora direttore tecnico Mauro Brecciaroli. Da allora sono passati 20 anni che sono al ROF.
Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro al ROF?
La mia crescita professionale al ROF è avvenuta in modo graduale fino a diventare responsabile di laboratorio nel settore della costruzione.Praticamente si tratta di rendere reale un progetto presentato dallo scenografo e approvato dal regista, quindi si va dalla costruzioni di quinte ai praticabili e a tutto ciò che comprende lo spazio scenico, fino ai meccanismi di movimentazioni e alla realizzazione di oggetti di scena.La materia prima è il legno, da cui nascono pareti, barche tavoli ecc… La costruzione deve essere leggera e resistente e viene studiata per essere montata e smontata in modo snello ed efficace. Ogni volta che si esamina un nuovo progetto bisogna trovare nuove soluzioni per raggiungere un risultato ottimale. La squadra di collaboratori permette tutto ciò.
Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?
I ricordi sono tanti e tutti hanno lasciato un segno indelebile. L’aver lavorato con scenografi e registi di fama internazionale hanno reso la mia esperienza al ROF piena di sfide e aneddoti. Ricordo il cambio scena della Cenerentola di Ronconi, quando tutta la scena a vista si sollevava,le pareti ruotavano e allo spettatore appariva un nuovo scenario. O la macchineria teatrale barocca dell’Italiana in Algeri di Dario Fo, dove sembrava di essere in un’altra epoca, oppure la costruzione imponente del Mosè in Egitto di Graham Vick, con un carrarmato a grandezza naturale posizionato sulle tribune della Vitrifrigo Arena. Costruire e allestire questi giocattoli giganti è sempre una sfida ma anche una grande soddisfazione.
Pubblicata il : 17 febbraio 2025