L’intervista del mese

Conosciamo Elena Carbonari, responsabile della Sartoria del  Rossini Opera Festival..
1. Ci racconti le tue esperienze professionali prima dell’ingresso al ROF?

Il mio primo anno di Rossini Opera Festival risale al 2007. Precedentemente a questa data, posso dire di aver avuto esperienze più accademico – formative che professionali vere e proprie, ad eccezione del lavoro che facevo per mantenermi durante gli studi. Dal 2003 al 2007 ho frequentato l’Accademia di Belle Arti di Urbino, conseguendo il diploma di Laurea quadriennale in Scenografia, completato poi nel 2009 col Biennio Specialistico. In quegli anni, grazie alla collaborazione nata con il Teatro della Fortuna di Fano, ho avuto modo di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti ed iniziare a formarmi anche professionalmente.

  1. Qual è stato il tuo primo contatto con il Festival?

Durante l’estate del 2007, in sartoria cercavano una persona che seguisse Il viaggio a Reims, storica produzione dell’Accademia Rossiniana “Alberto Zedda”. Fui contattata da Paola Mariani, allora Responsabile di Sartoria del Festival nonché mia docente in Accademia, con cui avevo appena finito di dare gli esami. Non ci pensai due volte e accettai, mi sembrava un’occasione troppo speciale per essere persa. Da allora, ogni anno, ho la fortuna di fare il lavoro che amo.

  1. Ci spieghi in cosa consiste il tuo lavoro al ROF?

In quanto Responsabile di Sartoria, il mio lavoro e quello delle mie colleghe e colleghi, consiste nel dare forma ai bozzetti realizzati dai costumisti, italiani ed internazionali, che ospitiamo. Il mio lavoro, nello specifico, si compone di due macro fasi: inizialmente partecipo alle presentazioni dei progetti previsti in cartellone durante la Stagione, prendendo contatto con i costumisti in modo da poter organizzare per tempo la produzione di ciascuna opera, seguo l’evoluzione dei progetti, interagisco con le ditte di noleggio di calzature e altri materiali non forniti da noi e, non ultimo, gestisco la produzione interna della nostra Sartoria. Successivamente, ormai a ridosso della stagione estiva, organizzo le prove costume di tutti gli artisti coinvolti delle varie opere, e gestisco le squadre di sarte e sarti, che, a loro volta, lavorano sia nella messa a misura dei costumi che nella vestizione durante le opere.

  1. Qual è il ricordo che ti è più caro della tua esperienza al ROF?

Per mia fortuna ricordo tutte le esperienze al ROF con il sorriso. In qualità di sarta, ricordo i cambi veloci, fatti in pochi secondi, dove l’adrenalina era sempre alta e si creava una alchimia magica tra tecnici e cantanti. Il 2018, il mio primo anno come Responsabile di Sartoria, lo considero, invece, come un nuovo inizio, un nuovo limite che ho superato anche grazie al supporto di un gruppo di professionisti che rende il mio lavoro, nonostante le difficoltà che incontro, degno dei sacrifici che richiede.

Pubblicata il : 25 gennaio 2025