
L’intervista del mese
Conosciamo Paola Pierangeli Tittarelli, presidente dell’associazione Amici del Rossini Opera Festival.
- Rossini è stato per lei uno di famiglia, vero?
Mio nonno Stefano Pierangeli era Direttore d’orchestra, si era diplomato al Conservatorio di Pesaro. Mio padre Wolframo, che da piccolo lo seguiva nella sua attività, ha ereditato da lui la passione per la musica: ricordo che ogni mattina alle 7 metteva su dischi di lirica, e mia madre ogni tanto gli diceva: ‘Wolframo, metti anche un po’ di fox-trot per favore!’. Mio padre poi è diventato presidente della Fondazione Rossini, e si deve a lui la decisione di dare il via alla realizzazione delle edizioni critiche delle opere di Rossini. - Qual è stato il suo primo contatto con il Festival?
Con un’infanzia e una gioventù del genere alle spalle, non potevo che diventare ben presto una grande appassionata di musica. Ho frequentato il ROF fin dalla prima edizione, e ben presto ho conosciuto il Sovrintendente Gianfranco Mariotti, persona di alto livello culturale e, assieme, di grande humour. A un certo punto, Mariotti mi propose di realizzare una cena a casa mia per gli ospiti del Festival. Sin da ragazza, vista la passione per la musica di tutta la famiglia, avevo frequentato artisti e musicisti (Renata Tebaldi, per fare un esempio), e il Rossini Opera Festival per me fu un’ulteriore occasione per coltivare queste relazioni.
Negli anni, ho organizzato innumerevoli eventi nella mia casa di Pesaro, divertendomi moltissimo e creando attorno al Festiva quel pizzico di mondanità in più. - Ci spiega cosa fa il Presidente degli Amici del Rossini Opera Festival?
Ne sono stata Presidente sin dalla loro nascita, e il mio ruolo è quello di punto di riferimento per gli eventi e le relazioni che si creano ogni estate. Cerco sempre di invitare le tante persone che conosco durante l’anno a venire al Festival e a dare il proprio contributo perché il ROF si rafforzi e prosegua sempre al meglio la sua attività. A Pesaro ho conosciuto personaggi di valore assoluto come Philippe Daverio, Natalia Aspesi, Sir Peter Moores e tanti altri. Di Daverio ricordo la capacità di trasformare una serata terribile sotto la pioggia in un happening teatrale, mentre ricordo quando Peter Moores invitò me e mio marito in Inghilterra: andammo a caccia, e mio marito stupì tutti per la sua abilità. Mi capita spessi di incontrare artisti conosciuti a Pesaro in giro per teatri: a volte nemmeno li riconosco, ma loro mi salutano sempre e sono molto affettuosi con me. - Qual è il ricordo che le è più caro della tua esperienza al ROF?
Nel 2009, nell’edizione del trentennale, il Festival mi ha premiato al Teatro Rossini per il mio impegno a favore della manifestazione. Mariotti mi ha telefonato dicendomi: ‘Paola, domani vieni a Teatro peché c’è un evento a cui voglio che tu assista. Quando sono arrivata ho visto in sala tutti i miei amici, la platea era gremita, e poi mi hanno chiamato sul palcoscenico e mi hanno consegnato un busto di Rossini realizzato appositamente dai tecnici del Festival. Mi sono commossa per la gioia, e tengo questo busto in camera mia, perché ci tengo moltissimo.
Pubblicata il : 22 Dicembre 2024