Queste due composizioni sacre, rappresentate per la prima volta al Festival, ci mostrano, dal punto di vista tecnico-stilistico, un giovane Rossini quasi inedito, attento alle regole accademiche e incline allo stile rigoroso ecclesiastico. Così come in altre opere sacre di questo periodo, in entrambi i lavori si riscontrano episodi fugati e imitativo-contrappuntistici. La Messa di Milano, di cui lo stesso Ferdinando Sulla ha curato l’edizione critica, possiede la tipica struttura della missa brevis – all’epoca molto in voga – della quale l’ossatura principale è costituita dai primi tre brani previsti dall’Ordinarium Missae: Kyrie, Gloria e Credo, nei quali si alternando pezzi corali e numeri chiusi affidati ai solisti. Il Miserere oltre alla struttura costituita dall’alternanza di cori e numeri chiusi, condivide con la Messa lo stesso organico strumentale e vocale (tranne nel caso del contralto). I titoli delle messe non sono attribuiti dall’autore, ma prendono il nome dal luogo in cui sono attualmente conservate le fonti principali. Infatti il manoscritto della Messa di Milano fu acquistato insieme al Miserere nel periodo 1860-1865, dal collezionista e compositore milanese Gustavo Adolfo Noseda e attualmente conservato presso il fondo omonimo della Biblioteca del Conservatorio di Milano.
Il ROF autunnale proseguirà, dal 25 al 29 novembre, con due produzioni liriche: Il barbiere di Siviglia e Il viaggio a Reims. Tutti gli spettacoli saranno trasmessi in streaming gratuito.
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